Stagione 2009-2010
Storia origine dati: Lo spirito della Valle di Luca Dattrino

La stagione 2009-2010 inizia con il ritiro di una bandiera biancoblù. Nicola Celio
decide infatti di appendere i pattini al classico chiodo, dopo aver iscritto nella sua lunga carriera in biancoblù 926 partite e 249 punti (tra cui 82 gol). La sua maglia, la numero "8" verrà ritirata per sempre, unica nella storia del club con la "15" di Dale Me Court.
La stagione inizia anche con una mesta notizia, quella della morte di Ubaldo Castelli, giocatore biancoblù tra il 1969 e il 1974. Difensore, maglia numero 6, estroso e un po' testa matta, Uba giocò con l'Ambrì 104 partite (26 punti) prima di proseguire la sua carriera a Lugano.
Sul fronte degli arrivi e delle partenze, solita girandola di nomi, con il ritorno in difesa di Reto Kobach (Langnau) e gli arrivi di Roman Botta (Visp), e Adrian Brunner (Ajoie). Fronte stranieri, confermati Erik Westrum e Zdenek Kutlak, giungono in Leventina il difensore USA David Schneider (Djurgardens IF) e l'attaccante canadese Kirby Law (Friborgo-Gottéron). Lasciano la Leventina Giacomo Beltrametti e Thomas Schena (entrambi a Sierre), Claudio Micheli (Grasshoppers), i rinforzi stranieri Karol Krizan (MHC Martin), Martin Sonnenberg (Timra IK), Nick Naumenko (Langnau), Michael Wahlberg (Villach) e il forte Gregory Sciaroni, che non resiste alle sirene gialloblù di Arno Del Curto. Formalizzato anche l'addio al "capriccioso" Corsin Camichel, definitivamente ceduto allo Zugo. Nel contingente, infine, rimane l'americano Noah Clarke, che Laporte, forse in maniera indelicata, relega nello spogliatoio degli juniori, separandolo completamente dalla prima squadra. Nel corso della stagione, per diversi motivi sbarcheranno alla Valascia anche i canadesi Jamie Rivers e Mike Maneluk, Elias Bianchi (prestito) e l'attaccante Claudio Neff, sempre alla ricerca del suo centro di gravità permanente. Dal settore giovanile entreranno invece in squadra i talentuosi Inti Pestoni e Gregory Hofmann e, più sporadicamente, Ivan Incir e Uinter Guerra.
Sembra tutto ok. Gli elementi per far bene li indica un ambiente sereno e costruttivo e qualche buon risultato durante le amichevoli estive. La nuova coppia di attaccanti canadesi, Erik Westrum e Kirby Law, si conoscono per aver già giocato insieme negli Houston Aeros. Law conosce piuttosto bene il nostro campionato, avendo giocato per Servette e Friborgo. Il suo passato di "figlio di contadini" lo inserisce poi perfettamente nel nuovo habitat. Si sente odore di ottimismo. Ed è quello che ci voleva per lanciare al meglio la stagione. Stagione che, in effetti, non poteva iniziare meglio, in una Vaiasela strapiena e in un ambiente davvero emozionante, carico di energia. L'11 settembre, poi, ...tan­ to per non farsi mancare niente, e in un derby con un Lugano anche lui alla ricerca del rilancio. Si vince 6 a 3, con un finale da favola e dopo essere stati in svantaggio tre volte. La coppia Westrum-Law, tra gol e assist, produce sette punti, Duca la mette dentro due volte. Il resto lo fanno Kobach, Murovic e un ispirato Bäumle, rientrato dal grave infortunio. Il tutto in assenza di Zdenek Kutlak, ammalato, e quasi senza accorgersi che in difesa giocava il nuovo terzino made in USA.
L'esaltante inizio di stagione non trova però le giuste conferme. Serie di sei sconfitte consecutive, vittoria, e altri dodici KO (un record, mai così male nella storia). A novembre si è ultimi a 14 punti dalla linea, con in più un Westrum infortunato e un David Schneider che, al di là del suo gioco impalpabile, è vittima di una gravissima commozione cerebrale che ne metterà in pericolo la carriera. In prima squadra viene così reintegrato Noah Clarke, che farà anche bene, segnando subito in un derby. Arrivano anche Claudio Neff e il nuovo difensore canadese Jamie Rivers. Ma la musica non cambia. Rocambolesca vittoria sul Langnau (si era sotto di 4,... ma pare che in tribuna ci fosse il vescovo Monsignor Grampa) e poi altre sconfitte intramezzate con tenui fuochi di paglia. Si ingaggia Mike Maneluk, anche per far fronte alla partenza definitiva del californiano Clarke, che va allo Sparta Praga. Ma il bilancio è impietoso. Al termine della "regulär season", l'Ambrì è ultimo con soli 33 punti. La linea dell'ottavo posto è a 34 punti. La contabilità racconta di 8 vittorie prima del sessantesimo e di 2 all'overtime. 40 le sconfitte, di cui 35 al sessantesimo. Il tutto condito da periodi con serie negative di dieci, dodici partite: guardando al passato recente (Pelletier, Rautakallio...), la metà bastava per liberarsi dell'allenatore. Ma ad Ambrì accade il miracolo. Laporte non si tocca. Risponde ai venti criteri e prima o poi lo saprà dimostrare. In questo contesto, la vera sorpresa è l'assoluta mancanza di qualsivoglia azione di protesta da parte del pubblico. In particolare del tifo organizzato che, forte di una sorta di "gentlement agreement" con la dirigenza, vuol conferire fiducia all'ambiente mantenendo un "clima di lavoro" propositivo e positivo.
La strategia si rivela vincente. Mentre ben più di una cassandra prefigura la discesa dei biancoblù negli inferi della B e quindi della sparizione completa del club (ma perché, poi...), ecco profilarsi l'inatteso. Erik Westrum si ripende dall'infortunio e torna a fare l'Erik Westrum, trascinando la squadra e regalando benefiche sensazioni a tutti. L'inseri­ mento di alcuni giovani (Inti Pestoni su tutti), la verve di Neff e un Paolo Duca che non molla mai producono una bella scarica di adrenalina e risvegliano squadra e ambiente. Se a ciò si aggiunge una spocchiosa sottovalutazione dei mezzi biancoblù da parte dei Seelanders del Bienne di Bordeleau e Jackman, si arriva alla vittoria del 20 marzo, con il gol di Duca (assist di Pestoni) all'overtime a chiudere sfida (3 a 2) e serie (4 a 2) e mandare tutti in vacanza.