Entusiasmo e buone sensazioni portano spesso ad inventiva e creatività. Da qui l'intuizione di alcuni dirigenti, che anche grazie all'interessamento del compianto giornalista sportivo Alberto Barberis, contattano Beat Ruedi, colonna della nazionale svizzera di hockey, difensore roccioso e proiettato in una ipotetica "hall of fame" del nostro hockey. Ruedi si è da poco trasferito a Castagnola, sulle rive del lago di Lugano. La sua intenzione è la pensione. Non calza i pattini da due anni. Gli viene proposta la transenna della squadra e qualche minuto di ghiaccio. Beat accetta con entusiasmo... e quello stesso entusiamo lo trasmette a tutta la squadra, che inizia alla grande il campionato 1951-1952, triturando tutti gli avversari (Bulach, Basilea e Zurcher II), senza farsi mancare qualche amichevole di lusso contro Diavoli Milano, St.Moritz, Bad Tòlz, Italia.
L'ennesimo assalto alla diligenza A si gioca a tre. A contendersi l'ambito traguardo, oltre ai biancoblù, vi sono i soliti del St. Moritz e l'ambizioso La Chaux de Fonds, uscito scornato l'anno prima contro i rivali cantonali dello Young Sprinters. L'Ambrì perde in casa dai "montagnards", che poi sconfiggono il St. Moritz rendendo del tutto inutile l'ultimo incontro contro i grigionesi, che peraltro prevarranno 5-0. La Chaux de Fonds in "A", con la consapevolezza, una volta ancora, che il traguardo con la storia è sempre più vicino.