2008 - 2009
Con il mondo dell'hockey ticinese ancora scosso dal "tradimento" di Hnat Domenichelli, passato al Lugano, si dice «per un pacco di soldi» e nell'imminenza di ricevere il passaporto svizzero (per matrimonio), la stagione 2008-2009 inizia per i biancoblù con l'ennesimo cambio alla transenna. Ennesimo cambio... ed ennesima scommessa (persa anche questa) con l'arrivo dell'inesperto coach americano John Harrington, uno degli eroi USA alle Olimpiadi di Salt Lake City del 1980 (The Miracle) ma con scarsa esperienza ad alto livello, avendo sin qui guidato solo squadre di college americani. Come assistant-coach viene ingaggiato l'italo-canadese Diego Scandella. Cambia poco, al contrario, la squadra. Perso Hnat Domenichelli, si torna a puntare sul mercato nordamericano, ingaggiando il californiano Noah Clarke. In corso di stagione arriveranno anche Jakub Horak (Basilea), il canadese Martin Sonnenberg e, per una manciata di partite, il portiere Jonas Müller, riserva l'anno prima. Sempre durante la stagione vestono il biancoblù il centro svedese Mikael Wahlberg e, soprattutto, il portiere slovacco (ex nazionale) Karol Krizan.
Inizio crepuscolare, con una vittoria sul Friborgo-Gottéron e quattro sconfitte di fila. Il culmine lo si tocca con un perentorio 6 a 0 inflitto al Lugano alla Resega (4 gol e un assist per Erik Westrum) per poi vivere un fine autunno e un inizio inverno da incubo, con nel mezzo il grave ferimento del portiere Thomas Bäumle. Con il mondo dell'hockey svizzero in lutto per la morte dell'allenatore canadese Jim Koleff, sconfitto dal cancro, la squadra prosegue il suo "calvario" fatto di sconfitte e di non-gioco. La conseguenza si traduce nella classifica. A dicembre l'Ambrì è ultimo a 14 punti dalla linea. Poco prima di Natale si concretizza così l'addio a John Harrington. Alla transenna viene richiamato Rotislav Cada, con Luca Cereda assistente. A gennaio la svolta, con l'ingaggio del forte e spettacolare portiere slovacco Karol Krizan.
L'arrivo di Krizan conferisce sicurezza a tutta la squadra e il sistema ultra difensivo voluto da Cada ne trae giovamento. Ma ormai la fritatta è fatta. Contabilizzata anche la partenza per Zugo (una fuga, più che altro) di Corsin Camichel e un abulico periodo di non gioco di Erik Westrum (che Cada non esita a spedire in tribuna) si arriva alla prima sfida di play-out contro il Rapperswil "kinderzoo" di Roest, Berglund e Nordgren. Fuori in sei partite e sotto con il Bienne di Fata e Banham. Sei partite e salvezza raggiunta in casa del nemico, con il gol su rigore di Nick Naumenko dopo 41 secondi di overtime. Una goduria. Ma quanto soffrire!.
Fonte: Lo spirito della valle di Luca Dattrino
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