1983 - 1984
La stagione 1983-1984 è una delle più brutte e anonime della storia del club. Una sorta di medioevo hockeystico, per intenderci. L'inizio è dei più controversi e crepuscolari, con l'annuncio del ritorno in Leventina di Lasse Lilja, l'allenatore svedese che aveva lasciato in valle ricordi strani e che era preceduto da una fama di "duro distruttivo". Sapeva di hockey ed era professionista serio e rigoroso. Ma certo conosceva poco o nulla di empatia, spirito di gruppo. Il fare sprezzante, arrogante, a volte addirittura rissoso, da "prima donna" che diventava isterica se non gli davi ragione... per non parlare dei suoi atteggiamenti a volte plateali in panchina. Insomma, Lasse Lilja non ha lasciato buoni ricordi ad Ambrì, attirando pure innumerevoli critiche da tutto il movimento hockeystico svizzero.
Non ha nemmeno iniziato nei migliori dei modi la stagione, spezzando il cuore dei tifosi liquidando l'idolo Dave Gardner, ceduto al Visp. Al suo posto arrivano due impalpabili svedesi di nome Jan Eriksson e Kent Andersson. Anonimi sul ghiaccio come nel nome, tra i più classici e diffusi in Svezia. Tra le altre note negative, l'assurda idea di abbigliare i giocatori di hockey come se fossero dei fondisti. Quei panta-training da seduta aerobica con Jane Fonda erano quanto di più brutto e anti-estetico si potesse vedere nell'hockey. Durarono un anno. E fu anche troppo.
Unica nota positiva : il ritorno in porta di Andy Jorns e l'arrivo in prima squadra degli "swiss canadians" John Fritsche e Warren Brütsch, di Marcel Forster, Jürg Casalini, Giordano Scalvini, Paolo Rossetti e Candido Gobbi e della promozione tra i grandi di Brenno Celio e dei talentuosi Manuele Celio e Peter Jaks.
Non ha nemmeno iniziato nei migliori dei modi la stagione, spezzando il cuore dei tifosi liquidando l'idolo Dave Gardner, ceduto al Visp. Al suo posto arrivano due impalpabili svedesi di nome Jan Eriksson e Kent Andersson. Anonimi sul ghiaccio come nel nome, tra i più classici e diffusi in Svezia. Tra le altre note negative, l'assurda idea di abbigliare i giocatori di hockey come se fossero dei fondisti. Quei panta-training da seduta aerobica con Jane Fonda erano quanto di più brutto e anti-estetico si potesse vedere nell'hockey. Durarono un anno. E fu anche troppo.
Unica nota positiva : il ritorno in porta di Andy Jorns e l'arrivo in prima squadra degli "swiss canadians" John Fritsche e Warren Brütsch, di Marcel Forster, Jürg Casalini, Giordano Scalvini, Paolo Rossetti e Candido Gobbi e della promozione tra i grandi di Brenno Celio e dei talentuosi Manuele Celio e Peter Jaks.
Stagione da medioevo hockeystico, si diceva. E infatti si chiude con un ambiente da "guerra fredda" nello spogliatoio (per non dire di terrore sportivo) ed un mediocre terzo posto nella poule di promozione, che vede il Coira salire in Divisione nazionale A.
Fonte: Lo spirito della valle di Luca Dattrino
Stranieri

Kent Andersson
Allenatori


Lasse Lilja Andy Szczepaniek