1978 - 1979
Cambio radicale di rotta e impostazione, per l'Hockey club Ambrì-Piotta, nella stagione 1978-1979. Si comincia dal comitato, con l'avvicendamento alla presidenza del sodalizio. A Lino Biasca subentra Numa Celio; una leggenda per il club. Si passa alla transenna, affidata al primo finlandese nella storia dell'Ambrì-Potta. Il nuovo tecnico è Alpo Suhonen. Preparatisimo, teorico dell'hockey, amante del teatro e, soprattutto, gentile e signorile con tutti, Suhonen farà comunque fatica ad imporsi in valle. La sua signorilità è sicuramente apprezzata, ma forse gli manca la verve, il fuoco sacro... il famoso "spirito della valle", per davvero integrarsi in un contesto difficile e per nulla scontato come quello di Ambrì.
Ad affiancare l'inossidabile Peter "baffetti da sparviero" Gaw l'Ambrì ingaggia un giocatore canadese di gran classe, Wayne Small. Da diversi anni protagonista indiscusso delle piste svizzere, Small dispensa classe e buoni insegnamenti. Peccato che sia alla soglia dei quarant'anni e che la "B" si giochi ormai con ritmi quasi da "A".
Decisivo anche l'intervento sul roster della squadra. Rosa sfoltita e ringiovanita. Per non farsi mancare nulla, l'Ambrì ingaggia addirittura quattro portieri. Al titolare Rudolf Friedli si aggiungono Elio Scalvini, Ivano Dazzi e il giovanissimo Luciano Della Santa. Giovani anche i terzini Bruno Taragnoli, Brenno Fry e Massimo Pedrini, che vanno a completare la difesa diretta dall'inossidabile e eterno Bruno Genuizzi, con Claudio Ticozzi (nor scherza neanche lui, in fatto di età), Francesco Cenci e Hansruedi Kunzi. In attacco, Peter Gaw e Wayne Smal. gli esperti Fiorenzo Panzera, Tiziano Gagliardi e Giordano Facchinetti, con le giovani leve Cesare Zamberlani- (già quasi un veterano), Gabriele Fransioli, Edo Leonardi, Mauro Foschi, Marco Pons, Gabriele Guscetti, Wiliam Borghi e qualche sporadica apparizione del ceco Richard Piechuta, allenatore del settore giovanile.
Stagione insipida, animata solo dal caso Gaw. Il giocare viene licenziato dopo dieci turni. Scarso rendimento si dirà. In verità Peter Gaw è appetito da molte squadre poiché l'anno dopo potrà giocare con licenza svizzera. Distratto dalle trattative, fa quello che deve, ma senza l'entusiasmo che ne aveva fatto un giocatore amato e rispettato in valle e temuto dalle difese avversarie.
Nella sfortuna di perdere uno scorer del valore di Peter Gaw, alla fortuna di trovare libero sul mercato un'autentica star della NHL 350 partite tra New York Ranger Pittsburg Pinguins, Vancouver Canuck, Los Angeles King e infine boston Bruins, da dove arriva per farsi subito notare per un "tiro dinan te" dalla blu, una certa predispozione alle azioni "coast to coast" una sana durezza alla balaustra e una visione di gioco che ne far' ben presto il perno, il regista, della squadra di Alpo Suhonen.
Si tratta di Ab De Marco, tra i giocatori che in breve tempo, hanno fatto innamorare i fans, lasciando in valle ricordo indelebile.
Fonte: Lo spirito della valle di Luca Dattrino
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