1971 - 1972
È il 30 luglio 1971. Il canton Ticino è immerso in una classica giornata estiva, lenta e afosa, quando da New York rimbalza una notizia. Secondo il prestigioso New York Times, uno tra i giocatori più famosi del mondo è in procinto di trasferirsi in un piccolo villaggio nel cuore delle Alpi svizzere. Il villaggio è quello di Ambrì, mentre la star canadese non è altri se non Andrew James Bathgate, detto Andy, inserito nel sestetto ideale della National Hockey League, la Lega più prestigiosa del mondo che, dal 1942 conta solo sei squadre, le cosiddette "Originai Six": Montreal Canadiens, Toronto Maple Leif, Chicago Balckhawks, Detroit Red Wings, Boston Bruins e New York Rangers. Andy Bathgate arriva dalla squadra della "grande mela", dopo aver collezionato qualcosa come 1065 presenze sul ghiaccio NHL, con 334 reti e 595 assist.
Andy Bathgate giunge ad Ambrì come allenatore-giocatore. Ha quasi quarantanni, ma un carisma ed una personalità incredibili. In valle cambierà tutto: metodi di allenamento, approccio alle partite... interverrà personalmente in questioni di base e di tecnica dell'hockey, da come impugnare un bastone o evitare una carica. Un maestro. Un grande dell'hockey in un contesto sicuramente agli antipodi rispetto alla metropoli New York. Bathgate si rivelerà un professionista serio, umile e dotato della giusta empatia per lasciare un segno indelebile nella storia del club, malgrado un solo anno di permanenza ad Ambrì. Mai un "tirarsela", mai un eccesso di immodestia, di superiorità o un atteggiamento arrogante. Anzi; lo si scoprirà gioviale, disponibile, simpatico e incline alla compagnia, buon conoscitore di musica e suonatore di batteria, amante delle serate in gruppo e a suo agio nella nuova realtà.
Il suo esordio in maglia biancoblù è a Milano, contro i locali Diavoli Standa. A seguirlo vi sono oltre cinquecento tifosi dell'Ambrì. Le cronache di allora, vedendolo sul ghiaccio, scriveranno: «Bathgate è uomo di manovra, non uno showman, quanto un cesellatore. Un giocatore che sa correre sui pattini ma che solitamente non corre in quanto, intelligentemente, fa scivolare il disco. Insomma: un professionista inserito in una squadra di dilettanti, solitamente abituata a vivere piuttosto sull'exploit di questo o quest'altro giocatore».
Il suo esordio nel campionato svizzero sarà a Kloten. Lì lo aspettano con una certa curiosità, fa sapere il capitano degli aviatori e giocatore della nazionale Ueli Luthy. «Vedremo che cosa saprà fare. Un giocatore solo non può fare una squadra. Lo marcheremo comunque a vista. Anzi, ci penserò io a marcarlo», dirà ai giornalisti il forte attaccante zurighese. Andy Bathgate segnerà al Kloten quattro reti e fornirà due assist ai compagni di linea Jiri Kren e Danilo Butti, in una partita che vedrà prevalere i biancoblù per 8-3. Non male davvero per uno che doveva venir controllato a vista.
La vittoria di Kloten non è che l'inizio di una stagione esemplare per i colori biancoblù. La squadra, con in porta Jàggi e la riserva Facchi, è completata da Franco e Fiorenzo Panzera, Muttoni, Genuizzi, Armando e Fausto Croce, Ticozzi, Guido, Cipriano e Fiorio Celio, Butti, Moretti, Cenci, Gagliardi, Castelli, Kren e Pons. Dopo quattro turni la squadra è prima in classifica, in compagnia del La Chaux de Fonds, che non perde più una partita da una vita. L'Ambrì si impone nel derby 5-3, prima di obbligare i fortissimi "montagnards" ad una quasi resa alla Valascia, di fronte ad almeno diecimila spettatori.
In quell'occasione, in una Valascia davvero stracolma, in una sorta di Maracanà a mille metri di altitudine, i biancoblù si superano, costringendo al 3-3 un La Chaux de Fonds che tra le sue fila contava, oltre ai due canadesi Gaston Pelletier e Derek Holmes, l'intero roster della nazionale svizzera, con il portiere Rigolet e i vari Sgualdo, Berrà, Huguenin, Piller, i due Neininger, Dubois, il fortissimo Turler. Chiunque fosse presente quella sera di novembre del 1971 non potrà mai dimenticare quella partita, l'atmosfera in pista... lo spirito della valle che aleggiava sui giocatori dando loro il coraggio e l'audacia per superare ogni ostacolo. Indimenticabile!
La stagione 1971-1972 "griffata" da Andy Bathgate si concluderà con un sesto posto finale in campionato, dietro al La Chaux de Fonds campione, agli inarrivabili Ginevra-Servette e Kloten, ma davanti al Sierre e al Visp, quest'ultimo retrocesso in B.
L'epilogo è tuttavia epico, con la finale di Coppa Svizzera (la seconda nella storia), raggiunta dopo aver sconfitto Olten, Losanna e Berna e purtroppo persa per differenza reti contro i forti ginevrini del Servette: sconfitta sul Lemano 2-0 e rimonta solo sfiorata in una Valascia strapiena (3-2).
Andy Bathgate giunge ad Ambrì come allenatore-giocatore. Ha quasi quarantanni, ma un carisma ed una personalità incredibili. In valle cambierà tutto: metodi di allenamento, approccio alle partite... interverrà personalmente in questioni di base e di tecnica dell'hockey, da come impugnare un bastone o evitare una carica. Un maestro. Un grande dell'hockey in un contesto sicuramente agli antipodi rispetto alla metropoli New York. Bathgate si rivelerà un professionista serio, umile e dotato della giusta empatia per lasciare un segno indelebile nella storia del club, malgrado un solo anno di permanenza ad Ambrì. Mai un "tirarsela", mai un eccesso di immodestia, di superiorità o un atteggiamento arrogante. Anzi; lo si scoprirà gioviale, disponibile, simpatico e incline alla compagnia, buon conoscitore di musica e suonatore di batteria, amante delle serate in gruppo e a suo agio nella nuova realtà.
Il suo esordio in maglia biancoblù è a Milano, contro i locali Diavoli Standa. A seguirlo vi sono oltre cinquecento tifosi dell'Ambrì. Le cronache di allora, vedendolo sul ghiaccio, scriveranno: «Bathgate è uomo di manovra, non uno showman, quanto un cesellatore. Un giocatore che sa correre sui pattini ma che solitamente non corre in quanto, intelligentemente, fa scivolare il disco. Insomma: un professionista inserito in una squadra di dilettanti, solitamente abituata a vivere piuttosto sull'exploit di questo o quest'altro giocatore».
Il suo esordio nel campionato svizzero sarà a Kloten. Lì lo aspettano con una certa curiosità, fa sapere il capitano degli aviatori e giocatore della nazionale Ueli Luthy. «Vedremo che cosa saprà fare. Un giocatore solo non può fare una squadra. Lo marcheremo comunque a vista. Anzi, ci penserò io a marcarlo», dirà ai giornalisti il forte attaccante zurighese. Andy Bathgate segnerà al Kloten quattro reti e fornirà due assist ai compagni di linea Jiri Kren e Danilo Butti, in una partita che vedrà prevalere i biancoblù per 8-3. Non male davvero per uno che doveva venir controllato a vista.
La vittoria di Kloten non è che l'inizio di una stagione esemplare per i colori biancoblù. La squadra, con in porta Jàggi e la riserva Facchi, è completata da Franco e Fiorenzo Panzera, Muttoni, Genuizzi, Armando e Fausto Croce, Ticozzi, Guido, Cipriano e Fiorio Celio, Butti, Moretti, Cenci, Gagliardi, Castelli, Kren e Pons. Dopo quattro turni la squadra è prima in classifica, in compagnia del La Chaux de Fonds, che non perde più una partita da una vita. L'Ambrì si impone nel derby 5-3, prima di obbligare i fortissimi "montagnards" ad una quasi resa alla Valascia, di fronte ad almeno diecimila spettatori.
In quell'occasione, in una Valascia davvero stracolma, in una sorta di Maracanà a mille metri di altitudine, i biancoblù si superano, costringendo al 3-3 un La Chaux de Fonds che tra le sue fila contava, oltre ai due canadesi Gaston Pelletier e Derek Holmes, l'intero roster della nazionale svizzera, con il portiere Rigolet e i vari Sgualdo, Berrà, Huguenin, Piller, i due Neininger, Dubois, il fortissimo Turler. Chiunque fosse presente quella sera di novembre del 1971 non potrà mai dimenticare quella partita, l'atmosfera in pista... lo spirito della valle che aleggiava sui giocatori dando loro il coraggio e l'audacia per superare ogni ostacolo. Indimenticabile!
La stagione 1971-1972 "griffata" da Andy Bathgate si concluderà con un sesto posto finale in campionato, dietro al La Chaux de Fonds campione, agli inarrivabili Ginevra-Servette e Kloten, ma davanti al Sierre e al Visp, quest'ultimo retrocesso in B.
L'epilogo è tuttavia epico, con la finale di Coppa Svizzera (la seconda nella storia), raggiunta dopo aver sconfitto Olten, Losanna e Berna e purtroppo persa per differenza reti contro i forti ginevrini del Servette: sconfitta sul Lemano 2-0 e rimonta solo sfiorata in una Valascia strapiena (3-2).
Fonte: Lo spirito della valle di Luca Dattrino
Clicca su foto per ingrandire